Decomposer è un collettivo musicale formato da Agostino Maria Ticino e Carlo Marchionni. Ricercando una ibridazione cinematica e onirica, mettono insieme percussioni dinamiche jazzistiche e sintetizzatori vintage, dando vita ad un ampio spettro di ambienti emozionali. I rapporti di lunga data con la Visionary Mind Records e il suo LAB a Budapest sono fioriti nell’EP “Etudes Simples op.15” (2014), che contiene remix di Robert Lippok (Raster Noton) e Master Margherita (Boom Festival), nel LP “Giorno Eguale” (2017) e in diversi remix che collegano la scuderia dell’etichetta. Altri lavori con etichette di generi diversi mostrano un particolare ecosistema di influenze, dall’acid jazz italiano di IRMA Records all’elettronica industriale della berlinese Monolith. Parallelamente, Decomposer Studio si occupa anche di arrangiamenti, produzioni per gruppi live, musica per la TV. Negli ultimi quattro anni si sono esibiti in alcuni dei più strambi festival europei: OZORA, Amore, Mo:Dem e Sonica.
Daniele Spanò
Daniele Spanò dopo una formazione da scenografo, inizia il percorso di regista e artista visivo.
Dal 2012 al 2015 è consulente artistico per la Fondazione Romaeuropa e fa parte del comitato scientifico di Digitalife. Dal 2014 inizia la collaborazione con Luca Brinchi, con il quale firma i video per numerosi spettacoli e realizza scenografie e video per importanti istituzioni teatrali e culturali in Italia. Insieme nel 2016 realizzano l’allestimento multimediale per la sfilata di Gucci.
Nel 2011 viene invitato a raccontare il proprio lavoro in una trasmissione scritta e diretta da Takeshi Kitano.
Come artista visivo espone a Palazzo delle Esposizioni di Roma, il Museum of the Russian Academy of Fine Arts di San Pietroburgo, la Galleria Nazionale dell’Umbria, la Centrale Montemartini di Roma, Palazzo Venezia (Roma), Palazzo Collicola – Festival dei Due Mondi (Spoleto).
Project
VETTE
progetto inedito, 2018. Pittura digitale e pennarello su carta
Ho sempre lavorato in video ed in particolare usando la videoproiezione per la sua duplice capacità di produrre simultaneamente immagini in movimento e luce. L’utilizzo dei materiali diversi su cui l’immagine si posa è sempre stato per me motivo di studio e ricerca. La stessa immagine proiettata su un vecchio muro scrostato o su un elegante pvc ne restituisce non solo una visione diversa bensì un diverso significato. Di fronte all’imponenza delle montagne mi sono chiesto più volte se avesse senso filmarle. La mia risposta è stata no, quindi ho iniziato a disegnarle. In questi disegni, digitali e non, la forma restituisce quello che il colore sublima. Ombre, rocce, ghiacciai divengono campiture piatte psichedeliche e vibranti, non c’è niente di conciliante nell’assenza di movimento, o perlomeno sono ancora lontano dal trovarlo.
Alcune delle opere sono elaborazioni digitali di scatti fotografici di Futura Tittaferrante
Arssalendo
Arssalendo lavora decostruendo linee melodiche e beat di vario tipo al fine di razionalizzare un ensemble digitale di pattern distorti e ritmiche bipolari. Fa parte della crew di Misto Mame, localizzata a San Lorenzo, Roma.
Ultravioletto
Ultravioletto è uno studio di arte+design che progetta e realizza sistemi integrati per la comunicazione visuale. Sperimentazione e ricerca animano un team formato da designer computazionali e creative coders. Le realizzazioni dello studio spaziano dalle installazioni interattive per ambienti immersivi, passando per soluzioni editoriali di grafica generativa, ponendo un accento sull’utilizzo della robotica nell’ambito artistico. Il lavoro di Ultravioletto si prefigge di sviluppare interfacce interattive non convenzionali e nuovi efficaci format di comunicazione visuale. Ultravioletto nel campo della ricerca accademica collabora attivamente con istituzioni pubbliche e private tra le quali: RUFA, università di Tor Vergata (corso di laurea in Sonic Arts) e il dipartimento di scenografia virtuale dell’università La Sapienza.
Project
5 SONIC ARMS FOR ROBOTS
Una coreografia su musica generativa dove le sfere sensoriali dei movimenti dei robot e del flusso sonoro sono connesse e indissolubili.