Polisonum

Polisonum è un collettivo di ricerca artistica che utilizza il suono come metodo e dispositivo di indagine sulle trasformazioni dei paesaggi, dei territori e delle geografie fisiche e culturali del mondo contemporaneo. Polisonum opera all’interno di diverse tipologie di spazi ponendosi in ascolto dei suoni; una vera e propria pratica sensibile dello spazio pubblico che porta il collettivo – formato da figure diverse e per questo multidisciplinare – a configurarsi come un soggetto filtrante, mediante il quale viene incanalato e memorizzato il flusso sonoro dello spazio in cui avviene la ricerca. Nella fase successiva alla registrazione, il contenuto acquisito diviene la fonte primaria per la progettazione di installazioni sitespecific che sono al contempo opere e contenitori della componente sonora registrata e conservata al loro interno. Le installazioni agiscono nello spazio espositivo come opere aperte a più dimensioni contemplative, dove gli osservatori hanno la possibilità di trasformarsi in componente attiva. Ciò denota una prerogativa di questi lavori che non è né marginale né strettamente funzionale bensì è fondante della poetica e del senso che queste opere assumono nelle mani degli osservatori. Nel 2015 espone il suo primo lavoro installativo frutto di una ricerca sonora sull’urbano, in occasione di Badlands. Pratiche di rigenerazione urbana negli spazi di Factory Spazio Giovani di Roma Capitale. Si aggiudica il Premio Miglior Opera Inedita, assegnato durante The Others Art Fair, 2016 per il display progettuale Sound Detection 01. Nell’anno 2017 collabora con La Sapienza Università di Roma Facoltà di Ingegneria Civile e Industriale al Progetto Green Network, destinato alla Biennale dello Spazio Pubblico. Partecipa come progetto indipendente a fiere d’arte contemporanea di carattere nazionale, come The Others Art Fair, ArtVerona e SetUp Contemporary Art Fair.

Project

DOPPELKONZERT
in collaborazione con MEP srl

Doppelkonzert è un lavoro site-specific articolato in due momenti: una performance e un’installazione sonora pensate e realizzate per due luoghi distinti.
La prima fase di realizzazione avviene a Modena, nell’officina di un fabbro nel Villaggio Artigiano durante Periferico festival. L’operazione coniuga la pratica artigianale della lavorazione del ferro alla ricerca sul fenomeno della risonanza dei materiali. All’interno dell’officina ha luogo una performance che da vita a uno spazio sonoro, in cui i materiali utilizzati per la costruzione dell’opera risuonano nello spazio industriale insieme a una composizione musicale realizzata registrando i suoni del processo di lavorazione.
La seconda fase del lavoro è ospitata a Pergola, all’interno della Chiesa di Santa Maria di Piazza. Qui l’opera subisce una trasformazione formale e funzionale. Il suono, alla base della ricerca artistica, porta con sé la narrazione della realizzazione dell’opera, e i corpi elastici cavi che la compongono diventano contenitori di memoria sonora dell’intero viaggio dell’opera, stabilendo una connessione tra il luogo di partenza e quello di arrivo.